Il Gallop è uno scaler della cinese HG (che sta per Heng Guan) basato sul telaio P402. Il modello provato è in versione RTR (ready to run), completo di tutto il necessario per poter correre da subito. Il modello viene fornito in una sobria confezione sulla quale si possono osservare le principali caratteristiche. Il telaio ricalca i canoni classici impostati dai marchi leader del settore: longheroni longitudinali portanti, 4 ruote motrici, ponti rigidi, riduttore centrale e palo rigido sia all’anteriore sia al posteriore. La carrozzeria riproduce un classico fuoristrada in stile AMG. Radiocomando a volantino, batteria, caricabatterie da parete e manuale istruzioni completano la dotazione necessaria all’uso. È infine presente una bustina che contiene alcuni accessori opzionali e una manciata di ricambi.

Telaio e meccanica

Osservando il telaio balzano subito agli occhi i longheroni che sono in plastica, di quella morbida che flette senza spezzarsi in caso di urti. Anche i link sono in plastica; HG ha scelto come Axial la soluzione a Y per quelli superiori. Il passo base è di 280mm ma è possibile impostarlo a 270mm oppure 290mm per adattare carrozzerie diverse.

Una novità rispetto a quanto visto fin ora in ambito scaler è il motore trasversale con coppia conica sul riduttore; ignoti i motivi di una tale scelta, solo da una approfondita prova su strada potremo sapere se è giusta o sbagliata. Il riduttore ha due velocità, selezionabili manualmente tramite una apposita levetta; il tutto è predisposto per l’azionamento tramite servocomando (non incluso).

Riduttore

L’assenza di frizione è un tallone di Achille di questo telaio perché aumenta esponenzialmente il rischio di danni alla trasmissione.

Anche i cardani sono in plastica se si eccettuano gli snodi dei giunti ma a dispetto del loro aspetto gracile sono risultati molto robusti.

I ponti HG, completamente in plastica, contengono a loro volta un riduttore che ne fa assumere l’aspetto imponente; sono predisposti per l’accoppiamento per i mezzi 6×6, 8×8, ecc. Gli ingranaggi utilizzati paiono essere in zama.

Ponte aperto

Tutta la meccanica scorre su bronzine, soluzione senza dubbio economica, adottata anche da marche più blasonate. Tuttavia, come sempre, suggerisco la sostituzione con cuscinetti a sfere per aumentare le prestazioni ed al tempo stesso ridurre i consumi. L’operazione comporta un livello medio di difficoltà, chi non ha precedente esperienza di assemblaggio RC dovrà farsi assistere da un esperto.

Ruota

Cerchi beadlock e questa è una buona notizia visto che i diretti concorrenti arrivano di scatola con cerchi normali; sicuramente un valore aggiunto. Gli pneumatici da 106mm hanno un buon grip ma la scolpitura da fango non è particolarmente adatta alle scalate su roccia.

Gli ammortizzatori sono a secco e lavorano con una semplice ingrassatura. Nella scatola vengono forniti degli anelli di regolazione del precarico di poca utilità visto che le molle sono un po’ dure e aumentando il precarico non si fa altro che limitare ulteriormente il twist del mezzo.

Elettronica

La radio a volantino ha un aspetto piuttosto “plasticoso” ma ha dalla sua un punto a favore: il terzo canale con comodo commutatore a tre posizioni. Tecnologia a 2.4GHz e alimentazione con 4 batterie stilo (tipo AA), non incluse.

Leva terzo canale

La ricevente è integrata nell’ESC e dispone di terzo canale per azionare un verricello o il cambio a due velocità.

ESC e motore

La batteria da 1500mAh è di tipo LiPo in hard case; dotata di connettore Tamiya, si carica tramite il cavetto del bilanciamento con un piccolo caricabatterie da muro (fornito) che fornisce 800mAh, perciò si raggiunge la piena carica in meno di un paio d’ore. Se in casa si ha già un buon caricabatterie per LiPo meglio mettere comunque da parte quello fornito, se non altro per l’assenza della funzione di storage.

Il motore è una classica “lattina” a spazzole su cui è stato applicato un anello per aumentarne la coppia; ottima idea dato che un 27 spire non è proprio il massimo su uno scaler. Nella scatola vengono forniti due pignoni opzionali da 26 e 30 denti mentre sul mezzo è presente un pignone da 28 denti. Per la prova su strada ho preferito mettere subito il 26 denti per avere maggiore coppia in salita.

Carrozzeria

La carrozzeria in policarbonato (lexan) assomiglia molto a quella del Dingo ma ha un aspetto più imponente. Lo spessore del lexan è buono e risulta robusta. Di colore grigio metallizzato arriva con le decal degli interni già applicate; rimangono da applicare quelle esterne, dopo avere rimosso la pellicola di protezione. La completa rimozione della pellicola richiede l’allentamento delle parti applicate (parafanghi, roll cage, ecc.)

Le torrette di ancoraggio al telaio sono regolabili ed escono di fabbrica all’altezza minima; suggerisco di alzarle di almeno 4 fori altrimenti le ruote strisciano sul parafango ad ogni ostacolo. Purtroppo alzando la carrozzeria il muso non risulta più allineato al bel bullbar anteriore; ai progettisti si dovrà spiegare che la carrozzeria bassa dona sì un aspetto filante al mezzo ma mal si adatta alle esigenze per il quale è nato.

Bullbar

Nella scatola è presente una busta con cinque fari supplementari da montare sul roll cage, tutti predisposti per il montaggio di led luminosi.

Curiosità e opzioni

Abbiamo detto che il riduttore dispone di leva per commutare le due velocità e che sulla radio c’è il commutatore sul terzo canale. Con una piccola spesa per un servocomando e un po’ di pazienza è facile attivare l’azionamento del cambio direttamente dalla trasmittente a volantino.

La batteria di soli 1500mAh non offre molta autonomia e suggerisco di sostituirla appena possibile con una 3/4000 mAh in modo da garantire una lunga escursione tra i boschi senza necessità di portarsi dietro altre batterie di ricambio.

La radio fa il suo dovere ma se si desidera utilizzare la propria radio sarà necessario acquistare una ricevente compatibile e anche un ESC dato che quello di serie è integrato con la ricevente.

Con l’acquisto delle opportune parti di ricambio è possibile rendere sterzanti anche le ruote posteriori. Questa soluzione comporta un livello medio-alto di difficoltà e mi sento di consigliarla solo ai più esperti. Tuttavia, mentre sui rock crawler si vedono spesso le posteriori sterzanti (sincrone o indipendenti) trovo la cosa poco realistica su uno scaler quale vuole essere questo P402.

Prova pratica:

Per quanto riguarda l’affidabilità, la prova su strada ha evidenziato subito i punti deboli del modello. Primo fra tutti la limitata autonomia della piccola batteria. Dopo dieci minuti di scorribande era già scarica; prontamente sostituita con una 5000mAh. L’ampio raggio di sterzo obbliga a ripetute manovre, causa di penalizzazioni in gara; fortunatamente è possibile spostare gli uniball riducendo un po’ il raggio. Il supporto motore flette più del dovuto ma non ho notato sgranamenti di corona e pignone. L’ESC si è staccato subito, meglio sostituire il biadesivo prima di partire. Manca la frizione e alla lunga può causare seri danni alla trasmissione. Forse un lotto difettoso di ingranaggi, forse un insieme di concause tra mancanza di frizione, motore troppo veloce e giochi eccessivi, durante la prova la coppia conica del ponte posteriore si è usurata al punto che sotto sforzo i denti sgranano. Forse qualche rasamento potrà rimediare ma è un problema da monitorare.

Nel parco

Sul versante delle prestazioni sono rimasto piacevolmente impressionato dalla ottima capacità di arrampicarsi sulla terra: ha superato tutti gli ostacoli alla pari del Dingo. Il motore gira un po’ troppo forte e non ha molta coppia ma con un po’ di mestiere si riesce ad andare dappertutto. Tende a saltellare molto ma il problema di manifesta soltanto quando si procede a tutta velocità: mentre si arrampica l’assenza di ammortizzatori ad olio è trascurabile. Le gomme hanno un buon grip, più che dignitose per un mezzo così economico.

Viste le caratteristiche e data la quasi totale assenza di parti metalliche esposte lo vedo molto bene per raid invernali sulla spiaggia. La sabbia riduce molto il rischio di sgranare la trasmissione. Almeno finché non si monta una frizione.

Conclusioni

Uno scaler economico che sulla carta può essere la giusta leva per aumentare il numero di appassionati della disciplina, che non si possono permettere i ben più costosi concorrenti. La HG con questo entry level tenta di colmare un vuoto nel mercato ma ci riesce soltanto a metà perché l’assemblaggio approssimativo e l’uso di materiali di bassa qualità richiedono un livello di competenza medio-alto per porvi efficacemente rimedio. Perciò è consigliabile al principiante soltanto se affiancato di un esperto, mentre può essere una buona base di partenza per il modellista esperto che desidera avvicinarsi alla disciplina senza spendere troppo. Sarebbe interessante una versione in kit in modo che il modellista esperto possa rimediare a certe fragilità durante l’assemblaggio.

Il modello utilizzato per questa prova ci è stato gentilmente fornito da gearbest.com
Questo è il modello: http://www.gearbest.com/rc-cars/pp_184666.html
Qui i ricambi: http://www.gearbest.com/hg-p402-_gear/